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Il Mare a Catania

Un mare paradisiaco

Davanti alla splendida città si stende un litorale di 70 km, la cui varietà è sorprendente. Seguiteci: dalla Serra del Re nei Nebrodi, il Simeto riceve l'acqua del torrente Saracena per poi scorrere per un centinaio di kilometri, e sfociare quindi nello Jonio, dodici chilometri a sud di Catania. Dalla foce al porto di Catania si allunga una striscia sabbiosa di quasi nove kilometri. La foce del Simeto, con i suoi laghetti naturali, le anse e gli acquitrini, è sede protetta di uccelli migratori e stanziali. Il paesaggio è incontaminato, con ampie distese di sabbia dorata, le dune e un mare trasparentissimo. Si tratta dell'ultimo tratto - raggiungibile in auto e poi a piedi - della Playa, il litorale sabbioso sul quale i catanesi amano prendere bagni di mare e di sole. L'arenile, ben servito dai mezzi pubblici, è costellato di impianti turistici e stabilimenti balneari, con spiagge libere e villaggi turistici molto confortevoli. A pochi metri dalla battigia si notano vecchi pescatori immersi in acqua fino al tronco, intenti a scandagliare, utilizzando l'ingegnu (un rastrello a triangolo con una rete), il basso fondale alla ricerca di cozze, meglio, telline: mangiatele crude e assaporerete lo Jonio. Alle spalle una vasta zona di verde, il famoso boschetto della Playa: 338.000 mq. di pini. La spiaggia sabbiosa si conclude allo scalo del porto centrale di Catania: da qui prende il via la scogliera lavica, molto suggestiva, che dal porto alla stazione ferroviaria si chiama Armisi.

Svettano ancora le ciminiere ottocentesche della straordinaria stagione zolfifera della Sicilia, durante la quale Catania diventò maestra nell'attività di trasformazione dello zolfo: una Manchester isolana. Accucciato ai piedi delle ciminiere di antico vanto, dal mare si nota un gigantesco "cutulisciu": un enorme ciottolo, rotondeggiante e levigato dal mare, nero di lava. Un omaggio al mare e all'Etna, una salvaguardia delle memorie antiche e un'archeologia del riuso voluta dall'architetto Giacomo Leone, che si occupò di costruire il Centro Culturale Fieristico di Viale Africa. Più avanti i lidi balneari sorgono sugli scogli che da Piazza Europa portano a San Giovanni li Cuti, vecchio borgo marinaro con una spiaggetta di sabbia nera e di ciottoli lavici tra gli scogli. Poi, superata la scogliera nera del Rotolo, scoprirete il villaggio di pescatori di Ognina, una volta il porto naturale (che Plinio chiamò porto Ulisse) della città di Catania. Se siete appassionati di pesca, non disperate: con un po' di fortuna e di pazienza è possibile, in qualche tratto, tentare il colpo grosso.